mercoledì 23 febbraio 2011

In auto sul ponte di Calatrava

Perchè stupirsi delle ovvietà? A parte l'ipotesi 'ragazzata' il ponte rappresenta una costruzione che con la città ha poco a che vedere. Lo hanno dimostrato ancora una volta questi ragazzi un poco alticci e magari in vena di superare qualche divieto. In realtà il ponte è uguale, almeno di notte, a qualunque altro ponte di qualunque altra tangenziale o bretella o raccordo autostradale del mondo.
Quindi perchè non percorrerlo alla stessa maniera di tutti gli altri?
Cioè con l'auto?
I soggetti risultano vittime del solito effetto 'misunderstand' dell'architettura cosidetta moderna. L'architettura che omogenizza le forme e qualunquifica le sostanze fino a non far più capire dove ci si trovi. A Venezia tutti i ponti hanno sempre avuto gli scalini perchè parte di un tessuto urbano in cui il trasferimento di uomini e merci avveniva per vie d'acqua, proveniente quindi da una esperienza storica e umana priva di auto e priva di trasporti su ruote. Anche oggi devono avere gli scalini se si vuole che nessuna auto ci monti su, e in effetti tutti i ponti ce li hanno gli scalini.
Tranne quello di Calatrava.
E' vero anche che a Venezia solo questo ponte, per come è progettato, sembra permettere il transito di veicoli.
Un ponte qui deve essere costruito con gli scalini perchè è solo in questo modo che si riesce a far capire ai passanti, che in altre città verrebbero chiamati pedoni, che il ponte si trova proprio a Venezia e che la città, come ogni altra al mondo, necessita di un alfabeto particolare che permetta la riconoscibilità della singolarità irripetibile del suo patrimonio storico e architettonico. La singolarità che permette alle costruzioni, ponti compresi, di dialogare con il loro pubblico di passanti, visitatori, turisti, pedoni.

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